Indovina chi viene a pranzo: un classico senza tempo?
Un tavolo apparecchiato. Un'attesa carica di aspettative. Un segreto che sta per essere svelato. No, non sto parlando di un giallo all'ultimo respiro, ma di un'emozione che tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo provato: l'arrivo di un ospite misterioso a pranzo. "Indovina chi viene a pranzo", sussurriamo con un luccichio negli occhi, pregustando la sorpresa, la curiosità, forse anche un pizzico di apprensione.
Ma se a varcare la soglia fosse qualcuno di inaspettato? Qualcuno che mette in discussione le nostre convinzioni, che scuote le fondamenta del nostro quotidiano? È quello che succede nel capolavoro di Stanley Kramer del 1967, "Indovina chi viene a pranzo" (Guess Who's Coming to Dinner). Un film che, a distanza di decenni, conserva intatta la sua carica dirompente, costringendoci a fare i conti con temi scomodi e sempre attuali come il razzismo, i pregiudizi e la paura del diverso.
La trama è nota: una giovane donna, Joey, di buona famiglia bianca e progressista, presenta ai genitori il suo futuro marito, John, un brillante medico... di colore. Quello che doveva essere un pranzo di famiglia si trasforma in un turbine di emozioni contrastanti, in un susseguirsi di scontri e di riappacificazioni. Kramer, con maestria, ci mette di fronte allo specchio delle nostre ipocrisie, mostrandoci come anche le persone più aperte e tolleranti possano nascondere pregiudizi inconsci.
"Indovina chi viene a pranzo" non è solo un film, è un pugno nello stomaco, un grido di denuncia contro ogni forma di discriminazione. Un'opera che ci interroga sul vero significato di amore, famiglia e accettazione, spingendoci a guardare oltre le apparenze, a superare i confini del nostro piccolo mondo per aprirci all'altro, al diverso, a ciò che ci spaventa.
Perché, in fondo, il vero interrogativo non è "Indovina chi viene a pranzo", ma "Siamo pronti ad accogliere l'altro, con le sue differenze, i suoi colori, la sua storia?". Un quesito che risuona forte e chiaro, oggi più che mai, in un mondo sempre più globalizzato e multiculturale, dove la diversità dovrebbe essere un valore da celebrare, non un ostacolo da abbattere.
Sebbene "Indovina chi viene a pranzo" sia ambientato negli anni '60, i temi che affronta sono di una sconvolgente attualità. Il razzismo, la paura del diverso, la difficoltà di accettare chi non rientra nei nostri schemi mentali sono problemi che, purtroppo, ancora oggi ci troviamo ad affrontare.
Il film di Kramer ci insegna che il cambiamento è possibile, ma richiede coraggio, onestà intellettuale e la volontà di mettere in discussione le proprie certezze. Ci invita a guardare il mondo con occhi nuovi, liberi dai pregiudizi e dalle paure che ci impediscono di cogliere la bellezza della diversità.
Quindi, la prossima volta che vi troverete a sussurrare "Indovina chi viene a pranzo", ricordatevi del messaggio potente e universale di questo film. Ricordatevi che la vera ricchezza sta nell'accoglienza, nel dialogo e nel rispetto reciproco. Solo così potremo costruire un mondo più giusto e inclusivo per tutti.
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