Parlare con il Silenzio: Scrivere alla Sorella che Non c'è Più
Avete presente quel nodo alla gola che vi prende quando vi viene in mente una persona speciale che non c'è più? Quella sensazione di avere mille cose da dire, ma di non poterlo fare perché, beh, il telefono non prende dall'altro lato? Ecco, immaginate di poter scrivere tutto quello che avete nel cuore, nero su bianco, come se potesse davvero arrivare a destinazione. È un po' quello che succede quando si decide di scrivere una lettera a una sorella che non c'è più.
Non è una cosa da pazzi, eh, anzi! È un modo come un altro per elaborare il lutto, per tenere vivo il ricordo, per sentirsi ancora un po' vicini a chi, purtroppo, ci ha lasciato. Che sia per raccontarle una novità, per chiederle un consiglio o semplicemente per salutarla, la lettera diventa un filo invisibile che ci lega a lei.
Ma da dove arriva questa cosa di scrivere ai defunti? Ve lo siete mai chiesti? In realtà è una pratica antichissima, che affonda le sue radici in un passato remoto. Già gli antichi Egizi, per dire, lasciavano messaggi ai loro cari scomparsi, convinti che in qualche modo potessero leggerli. E non erano i soli! Anche i Romani, i Greci, i Celti... insomma, un po' tutti, in giro per il mondo, hanno sempre cercato di comunicare con l'aldilà, chi in un modo chi in un altro.
Oggi, ovviamente, non è che pretendiamo di ricevere una risposta (anche se non si sa mai, eh!), ma la sostanza non cambia: scrivere a chi non c'è più è un modo per sfogarsi, per mettere ordine nei propri pensieri, per sentirsi un po' meno soli. È come aprire una porta segreta nel proprio cuore e far uscire tutto quello che c'è dentro, senza filtri, senza paura di essere giudicati.
E poi, diciamocelo, scrivere una lettera ha sempre il suo fascino, no? Il rumore della penna che scorre sulla carta, la scelta delle parole giuste, la possibilità di rileggere, correggere, aggiungere... È un gesto lento, intimo, quasi catartico. E chissà, magari un giorno, quando saremo noi quelli "dall'altra parte", potremo finalmente leggere tutte le lettere che ci sono state scritte. E chissà che non ci strappi anche un sorriso.
Ma come si fa a scrivere una lettera a una sorella che non c'è più? Non ci sono regole fisse, ovviamente, ma ecco qualche consiglio spassionato. Prima di tutto, scegliete un posto tranquillo, dove nessuno possa disturbarvi. Poi prendete carta e penna (sì, lo so, al giorno d'oggi sembra anacronistico, ma fidatevi, fa tutto un altro effetto!) e iniziate a scrivere di getto tutto quello che vi passa per la testa. Non censuratevi, non abbiate paura di sembrare ridicoli o sdolcinati. L'importante è che le parole vengano dal cuore.
Potete raccontarle della vostra vita, delle novità, dei vostri progetti, delle vostre paure. Potete chiederle consiglio, supporto, protezione. Potete anche semplicemente salutarla, dirle che vi manca e che pensate sempre a lei. Alla fine, piegate la lettera, mettetela in una busta e... fate quello che vi sentite! C'è chi la conserva in un cassetto, chi la brucia, chi la porta sulla tomba. L'importante è che per voi abbia un senso, che vi aiuti a sentirvi meglio.
Perché in fondo, scrivere una lettera a una sorella che non c'è più non è altro che un modo per tenerla viva dentro di noi. Un modo per dirle, ancora una volta, "ti voglio bene".
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